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Sei fiero del tuo titolo?

Tag
Business
Happiness
Data
Dec 31, 2021
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Quante volte sentiamo persone vantarsi o raccontare successi del passato?
"Mi sono laureato con 110L", "Ho fondato un’azienda", "Ero campione nazionale di atletica".
La verità è che le persone che eravamo in passato non sono le persone che siamo ora. Sono quasi degli estranei.
Se sei stato campione nazionale di atletica 10 anni fa e poi non ti sei praticamente più allenato, non sei un atleta. O meglio, non sei più un atleta.
Allo stesso modo, se hai avviato un'azienda 10 anni fa che è andata benissimo e l'hai venduta, e da allora non hai più fatto niente oppure hai fatto solo il manager di quell'azienda, non puoi dire che sei un imprenditore.
Eri un imprenditore.
Anche io ho avuto "successi" in passato, anche se guardando ora indietro capisco quanto li sentissi estremamente più importanti di quanto erano realmente, ma non me la sento proprio di usare quei "successi" per definirmi.
Perché non sono più quella persona.
Ed è stato nel passaggio da Junior Enterprises Europe alla consulenza che ho capito l'importanza di essere fieri del proprio titolo attuale.
E' stato proprio uno dei motivi che mi ha proprio spinto a mollare quel lavoro: non mi piaceva il titolo che mi sentivo.
La verità è che, se lavori in consulenza, non importa se sei quasi andato in serie A a giocare a calcio, se hai vinto campionati nazionali di tennis, se hai preso 110L o sei finito sul corriere della sera.
Tutto quello è nel passato.
Ora sei un consulente, se stai facendo solo quello (ovviamente non c’è nulla di male nell’essere un consulente, se ti piace).
E io mi sentivo male perché quel titolo, che indubbiamente era il mio titolo (per quanto mi sforzassi di convincermi del contrario), non lo sentivo mio.
E quindi, ad un certo punto, mi sono ho detto: ora faccio solo cose che mi diano un titolo di cui sono fiero.
E sappi che con titolo non intendo assolutamente titolo di lavoro.
Il problema non era che sulla mia business card fosse scritto Business analyst.
Se fossi stato Senior consultant, Manager o Chief master of the world non sarebbe cambiato.
Il titolo è quello che ti senti, e a me non andava giù.
Ora, a prescindere da quello che c'è scritto sul mio profilo LinkedIn o quello che le persone pensano, mi sento un imprenditore.
Che non vuol dire che abbia creato unicorni o che abbia la casa in Brianza.
Significa semplicemente che ho la libertà di creare quello che mi piace.
Ho la libertà e l’audacia per creare quello che mi passa per la testa, andare da un giorno all’altro in Marocco se là ci fosse un’opportunità o mollare tutto quello che ho fatto finora per iniziare una nuova avventura.
E questo è anche il motivo per cui ho deciso di entrare in YellowKnife.
Alcune persone mi hanno chiesto se avessi fatto “un passo indietro”, visto che da essere completamente indipendenti ora ci siamo integrati in un’altra struttura.
Ma la verità è che, secondo la mia definizione di imprenditore, sono ancora più libero perché ora i progetti che posso fare non comprendono più solo le mie capacità, ma anche tutte le capacità dei partner di YellowKnife, permettendomi di fare progetti ancora più ambizioni.
Quindi nonostante il titolo di LinkedIn possa sembrare “un passo indietro”, per me è stato un grandissimo passo avanti in termini di titolo che mi sento.
E questo titolo mi fa camminare contento a testa alta, anche se fossi in mezzo a milionari o CEO.
Qualche tempo fa ho parlato del fatto che Success is making yourself proud
Essere fieri del proprio titolo non è altro che l'applicazione operativa di questa definizione.
Essere fiero di te significa anche avere un titolo per cui sei contento quando ti chiedono che lavoro fai.
Lo userei anche come determinante sullo scegliere tra varie proposte di lavoro: tra 1 mese, 1 anno e 5 anni, sarai fiero del tuo titolo?
Quando ti chiederanno “Che lavoro fai?”, sarai contento o no?
Non accontentarti.
Non accettare nulla per cui non ti vanteresti con gli amici ad una festa.
La vita è troppo breve per fare lavori di merda.
Sei fiero del tuo titolo?