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“Se vuoi” vs “Ti porto”

Tag
Biases
Life
Data
Oct 14, 2022
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Questa è una vera e propria hack, ed è pure un’hack della madonna.
Il tema è il “Se vuoi” vs “Ti porto”.
La questione è venuta fuori mentre discutevo con Tundra dei casi in cui interromperei il lavoro per portarla in ospedale (simile alla questione del “Mi ameresti se io fossi un verme?”). In particolare, me ne sono accorto del tema quando ho detto questa frase: “Se stai male male ovviamente ti porto ma se vuoi ti accompagno anche per cose meno gravi”.
All’apparenza è una frase normale, anche gentile. Però nasconde una preferenza ovvia: mollerei lavoro senza battere ciglio per portarla per una cosa grave, ma mi peserebbe portarla per una cosa che io non reputo grave.
Questa frase l’ho detta inconsciamente, ma da lì ci siamo messi ad analizzarla e abbiamo cominciato a discutere su quante volte usiamo il “Se vuoi” durante le nostre vite.
Quante volte ti propongono di andare in un posto dove non vuoi andare e dici “Va be’ se vuoi andiamo”?.
Di nuovo, è una frase innocente e sembra anche gentile perché stai facendo un favore all’altro. Spesso le persone non fanno neanche caso al “se vuoi”, è come un intercalare. Ma troppi “Se vuoi” nella tua vita sono sintomo che qualcosa non va.
Ci sono tre cose da portarsi a casa da questa wake up call:
  1. Nota quando e quanto lo dici
Ora che lo sai, prova a notare quante volte usi il “Se vuoi”. Se lo usi troppe volte, significa che stai facendo troppe cose che non ti va di fare. Ricorda che non devi niente a nessuno (more on this next week) per cui se non vuoi fare una cosa fanculo e non la fare.
Prova anche a notare quando lo dici: c’è un pattern di persone o situazioni che fai spesso ma che non ti va di fare? Il “Se vuoi” è un ottimo indicatore delle persone o delle situazioni che il tuo subconscio ti suggerisce di evitare.
  1. Nota quando lo dicono gli altri
Quando lo senti dagli altri, è un chiaro segnale che non sono convinti di quello che hai proposto, oppure che ti stanno facendo un favore malvolentieri. Una volta ogni tanto ovviamente ‘sticazzi, ma se il tuo fidanzato continua a dirtelo forse prima o poi si stancherà di fare cose che non gli va di fare (sì, ho usato il maschile volutamente).
È un ottimo strumento per capire a chi va davvero di fare quello che hai proposto e chi ti sta solo facendo un favore.
  1. Struttura di conseguenza le tue proposte
Il problema con il “Se vuoi” è l’essere diventato un intercalare, e lo uso anche io senza rendermene conto—anche se voglio fare quell’attività. Per cui sto doppiamente attendo a come formulo le risposte.
Senti come l’energia è completamente diversa alla domanda “Ti va di andare al centro commerciale?”:
“Si, se vuoi andiamo.”
“Assolutamente sì, andiamo.”
Nel primo caso la persona che ha chiesto si sente come se le stessi facendo un favore, nel secondo andare al centro commerciale è una bella attività per entrambi.
Il “Se vuoi” è solo un esempio di come usiamo le parole senza pensarci; se vuoi faccio una weekly hacks sul tema la prossima volta.