Perché essere atei è irrazionale

Tag
Biases
Life
Data
Dec 25, 2020
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Premetto una cosa: io sono ateo.
Questa non è una hack sulla religione, ma sul modo in cui prendiamo le decisioni.
Oggi infatti parliamo della scommessa di Pascal, dove lui argomenta che una persona, se agisse al 100% razionalmente, dovrebbe vivere come se credesse in Dio.
Ma andiamo con ordine, partiamo da una domanda più facile: come scegliere su quale possibilità di una scommessa puntare i propri soldi?
Per ognuna delle possibilità, dobbiamo prendere la probabilità di riuscita e moltiplicarla per il premio in palio.
La possibilità su cui puntare i soldi è quella con il punteggio con il punteggio più alto.
Supponiamo di dover indovinare il risultato di un lancio un dado: hai 1/6 di probabilità di indovinare il numero e 5/6 di non indovinare.
Quindi se qualcuno fosse disposto a darti un premio che è più di 5 volte il costo della perdita, allora vale la pena partecipare.
Supponendo che il costo della perdita sia € 10 e la vittoria valga € 50 allora:
  • Vittoria: 1/6 * € 50 = € 8,33
  • Sconfitta: 5/6 * € 10 = € 8,33
Con questi valori, il gioco si definisce equo, ovvero che, giocando idealmente infinite volte, nessuno vincerebbe un euro rispetto all'altro.
Quando un punteggio è maggiore dell'altro invece significa che, sul lungo termine, quella persona guadagnerà e che il gioco non è equo.
(Fai questo calcolo per i gratta e vinci e non ne comprerai mai più uno in vita tua [Link]).
Questo concetto è anche alla base di chi fa speculazione finanziaria sperando nel cigno nero, ovvero dove la probabilità di accadimento è molto bassa ma il premio per la vittoria è altissimo.
Ne parla Nassim Nicholas Taleb nei suoi bellissimi libri, che consiglio:
  • Fooled by randomness [ITA] [ENG]
Ma cosa c'entra tutto questo con Dio?
Esaminiamo il concetto di Dio come fosse una scommessa.
Le due possibilità sono vivere la vita da credente o viverla da non credente.
Prima di prendere una decisione dobbiamo calcolare la probabilità di ognuna e il premio.
Partendo dalle probabilità, direi che anche il più assiduo degli atei ammetterà che c'è almeno un'infinitesima probabilità che ci sia Dio.
Secondo me, per la stessa definizione del concetto Dio, questa probabilità esiste.
Quindi supponiamo le probabilità essere 99,999..98% e 0,000..02% (Usiamo 0,2 e non 0,1 cosi non mi si accuserà dicendo che 9,9 periodico è uguale a 10 😉).
Parliamo ora di premi.
Vivendo una vita da non credente, hai un piccolo premio che sta nel fatto di non dover pregare, non dover andare in chiesa, battesimi etc.
E qui viene il bello.
Il premio per essere credente va al di là delle nostre più grandi fantasie!
Quanto può valere oggi la felicità ETERNA in paradiso?
Possiamo provare ad attualizzare il valore al presente, ma che formula si usa per attualizzare la felicità eterna, o anche solo per un numero di anni pari al numero di Graham [Link]?
Supponiamo sia un numero letteralmente incalcolabile.
Quindi, la verità è che i punteggi sono:
  • Non credente: 99,999..98% * un numero basso
  • Credente: 0,000...02% * un numero letteralmente incalcolabile
Quindi, in teoria, visto che il premio per non essere credente è molto basso mentre il premio per essere un credente è grandissimo, conviene di fatto credere in Dio!
Perché se davvero poi Dio esiste, passare l'eternità all'inferno per non aver fatto un migliaio di preghiere non è decisamente un buon affare!
Quindi quando un ateo ti dirà che non crede in quanto guidato dalla razionalità più pura, mostragli la scommessa di Pascal.
Se poi posso darti un consiglio, basato su fatti realmente accaduti, questa storia non ha il successo che ti aspetti al pranzo di Natale con i parenti.
Forse in virtuale quest'anno andrà meglio.