L'effetto Dunning-Kruger è diventato rilevante nella mia vita proprio in questi giorni.
Anche questo è uno dei tanti bias cognitivi e sostiene che "meno conosci di un certo argomento, più sei sicuro di te".
Il suo corollario è che "più conosci di una certa materia, e più ti senti insicuro".
La conosciamo tutti questa storia no?
Ad esempio quella dello zio complottista, che rantola la soluzione per la crisi economica globale alla cena natalizia.
Il tutto senza sapere cosa sia l'inflazione, la curva di Phillips e tutti gli altri fattori macroeconomici.
Però no, la persona in questione pensa di avere la soluzione in tasca.
Non penso ci sia una soluzione a questa parte del problema. L'unico modo per far smettere lo zio sarebbe quello di spiegargli la curva di Phillips, compito arduo e francamente con ROI negativo.
È più interessante per noi invece il suo corollario.
Ti faccio l'esempio che mi tocca personalmente: io ero convinto di scrivere bene.
Sia per i feedback che ricevevo sulla newsletter che per come la giudicavo io, mi sentivo fiero di come scrivevo.
Negli ultimi due mesi ho però letto 8 libri sulla scrittura. E tutto è cambiato.
Riguardo i miei vecchi post e mi sento morire. Mi chiedo con che coraggio io possa aver pubblicato quelle cose.
Addirittura ho inserito nei miei side project da fare il weekend l'editare tutti i miei vecchi post [Link].
La verità è che, probabilmente, quei post non sono così male.
Un lettore normale li trova scritti bene. È uno scrittore che ci trova da ridire.
Prendo questo bias come un segno che sto migliorando come scrittore.
In realtà l'effetto Dunning-Kruger è anche positivo, perché ci costringe a riflettere prima di aprire bocca.
Se non controllato però può diventare nocivo perché ci blocca dall'agire e fare il primo passo.
All'inizio della mia carriera avevo paura che mie skills Excel non fossero sufficienti per risolvere i problemi dei miei clienti.
Poi ho pensato la stessa cosa di Power BI, credendo di non essere in grado di fare progetti e tantomeno di poterlo insegnare.
Io sono fortunato perché sono arrogante ho un'alta autostima, per cui accetto progetti anche se non mi sento in grado di farli, fiero della quote di Mario Andretti.
Questo aiuta perché poi il 30% di quello che sappiamo è sufficiente.
Con questo punto voglio solo farti da reminder: sei più competente di quello che pensi.
Se hai studiato tanto qualche argomento e ti appassiona, ti sentirai sempre in difetto rispetto ai tuoi idoli.
Io mi sento un analfabeta in confronto a Derek Sivers o John McPhee e mi sento un nonno davanti al computer rispetto alle persone che seguo per Power BI.
La verità è che, rispetto alle persone "normali", le nostre competenze sono mostruose.
Forse non sei il miglior designer del mondo, ma ti assicuro che per fare un logo alla piccola azienda sotto casa la tua preparazione basta e avanza.
Non avere paura di buttarti, le tue skills sono più che sufficienti e, nel caso non lo fossero, acquisirai il resto durante il progetto.
Tanto, come dice Marie Forleo, "Everyhing is figureoutable".