Eh già, la settimana scorsa sono stato davvero male e non sono riuscito a creare una Weekly Hack degna di questo nome.
Ho circa una decina di edizioni "pronte", però le ho scritte tempo fa e nessuna mi sembrava all'altezza.
Per cui purtroppo abbiamo perso l'edizione speciale dell'anno di Weekly Hacks, però dai "La vita è quello che ti succede mentre fai altri piani."
Una buona lezione.
Ma per fortuna non ci ferma nessuno, e oggi ricominciamo a pieno regime.
Ti voglio parlare infatti di un'argomento che mi sta molto a cuore e su cui rifletto davvero tantissimo: come si giudica l'impatto di un libro.
Avrò letto ormai sui 150/200 libri non-fiction, che spaziano dal mondo del self-help, alla produttività, al business e tutto ciò che ci sta in mezzo.
Spesso le persone mi chiedono come ci si ricorda di quello che si legge, se ha senso usare i servizi che riassumono i libri, se ha senso fare i riassunti etc.
E io a mia volta mi trovo a ponderare spesso questo argomento.
Di questi 200 libri, chiaramente ricordo davvero pochissimo.
Di quelli che mi sono piaciuti di più mi ricorderò forse il 30/40%.
Della maggior parte ricordo vicino allo 0%.
Ma allora che senso ha? Come si misura l'impatto di un libro sulla tua vita?
La risposta, almeno secondo me, è semplice:
L'impatto di un libro si misura su quanto ha cambiato le tue azioni.
Su questo non si scappa.
Non importa se leggi 100 libri l'anno, non importa se hai capito perfettamente un concetto o anche se ti ricordi a memoria parola per parola.
Se le tue azioni non cambiano di conseguenza, l'impatto di quel libro è stato zero.
Inutile leggere Permission marketing di Seth Godin [ENG] e poi fare Interruption marketing.
Inutile leggere il libro Getting Things Done [ITA] [ENG] e poi tenere tutto in una singola To-Do list.
L'impatto di un libro sta nelle azioni che fai di conseguenza a quello che hai letto.
E ti porto l'esempio secondo me più lampante: stando a questa premessa, il libro che più ha avuto impatto sulla mia vita è un libro di cui non ricordo assolutamente nulla.
Nonostante il titolo da late-night commercial, il libro non fa altro che spiegarti che per diventare ricchi non si può lavorare come dipendenti.
Ad oggi, non mi ricordo le sue argomentazioni.
Non mi ricordo di cosa parlava, che logica seguiva e che esempi portava perché l'ho letto una volta sola ormai 6/7 anni fa.
Però dopo averlo letto ho preso un'importante decisione che avrebbe cambiato per sempre tantissime mie azioni future: non vorrò mai lavorare come dipendente.
Da allora tutte le cose che ho fatto e le azioni che ho preso erano al fine di mettermi in proprio.
I libri che ho letto, i corsi che ho seguito, le persone che ho consciuto etc. tutte guidate da una stessa idea presa da un libro.
Quindi questo libro ha impattato la mia vita come forse nessun libro potrà mai fare, nonostante ricordi a malapena il titolo (sono dovuto andare a controllare).
Perché ho voluto scrivere questo punto?
Perché leggere libri è un mezzo, non un fine.
Quando leggi, non focalizzarti troppo sul ricordarti cosa vuol dire Endowement effect o Flow o chissà cosa stai leggendo.
Pensa solo a che azioni puoi intraprendere nella tua vita per applicare quello che hai appena letto.
Fermati ad ogni capitolo, e pensa a delle azioni concrete da fare su quanto hai imparato.
Ti ricordi del discorso "L'uomo nell'arena"? [Link]
Per chi non è nell'arena, leggere non ha impatto.
Se non stai perseguendo qualcosa, se non stai agendo e sbagliando e cadendo e rialzandoti, i libri sono un passatempo. (Non c'è nulla di male a riguardo, ma non è l'impatto di cui stiamo discutendo).
Ma per noi uomini (e donne) nell'arena, i libri sono gli strumenti per alzarci più velocemente ed essere più forti.
Non temere di entrare nell'arena e fallire.
Devi temere di non avere mai il coraggio di entrare.