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Come litigare con il proprio partner

Tag
Love
Data
Sep 15, 2023
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Questa hack ha la presunzione di insegnarti a litigare.
Non riguarderà il come iniziare un litigio (siamo tutti abbastanza bravi da soli), ma come comportarsi durante un litigio.
Iniziamo questa hack all'inizio del litigio. Ma prima ci dobbiamo chiedere: Quando inizia il litigio?
Quando si alza la voce ad un certo livello di decibel?
Quando si dice alla controparte che qualcosa non va?
No.
No, il litigio inizia al primo momento di fastidio, quando ancora non hai detto niente, quando non sai nemmeno se si arriverà a litigare.
Ti svelo un segreto: a meno che tu non abbia un partner tossico, probabilmente non sa quando ha fatto qualcosa che ti infastidisce per cui, se non ne parli, il litigio è inevitabile perché continuerà a infastidirti senza saperlo.
E non generalizziamo dicendo che sono gli uomini che non capiscono, so benissimo che ognuno di noi Weekly Hacker con un cromosoma Y ha pensato ironicamente "E per fortuna che le donne dovrebbero essere perspicaci".
Ecco, imparare a litigare inizia da qui, al momento di fastidio.
Io faccio una fatica FOLLE a dire quando una cosa mi infastidisce, ma bisogna liberarsi del problema il prima possibile.
E qui c'è la prima chiave di volta: il problema. (So che esiste una sola chiave di volta, concedimi la licenza poetica).
Non è colpa tua se sei infastidito, è colpa del problema.
Ma non è nemmeno colpa del tuo partner.
È. Il. Problema.
Questa è la parte più difficile: non incolpare il partner.
Cavolo quanto sarebbe bello scaricare la colpa.
Ti libereresti di tutto il peso, passeresti dalla parte della ragione, non dovresti cambiare niente e dovrebbe cambiare solo il partner, quale dolce scenario ❤️
Purtroppo non funziona così. Devi impegnarti a presentare il tuo fastidio come problema, esterno e non collegato all'altra persona.
Immagina che tu sia fidanzato o fidanzata con me, e prova ad ascoltare la tua reazione istintiva a queste due frasi:
"Sabato sei uscita con le tue amiche e io ero a casa da solo e sono stato male"
"Guarda abbiamo un problema: tu hai tutto il diritto di uscire con le tue amiche, ci mancherebbe, solo che questo sabato sono stato male a casa da solo. Cerchiamo di capire il perché."
La seconda frase rappresenta perfettamente l'essenza di quanto sto dicendo: nessuno dei due ha torto.
Io ho messo subito in chiaro che non hai sbagliato—hai fatto bene a uscire con le tue amiche. D'altra parte non sono nemmeno io in torto, semplicemente mi sono sentito male per mille motivi che probabilmente non hanno a che fare con l'uscita.
Mettendosi a sedere con questo mindset, è chiaro che si va ad affrontare il problema come team e non si va ad un incontro di boxe.
E so cosa stai pensando: "Grazie al c**** Alex".
So che quando si è arrabbiati è difficile pensare lucidamente. Si è feriti, e si sente il desiderio di ferire il partner a propria volta—sembra quasi lecito.
Nel film Perfetti Sconosciuti (FILMONE) c'è una frase perfetta per questa situazione: "Bisogna saper disinnescare".
Anche se l'altra persona in quel momento ha perso le staffe (che capita soprattutto a chi è stato male, per cui oggi capita al partner, domani a te) devi prendere un respiro profondo, e disinnescare.
"Sento che stai attaccando più me che il problema, ed è più che comprensibile ma non penso sia il modo più produttivo per affrontare la discussione".
E qui arriviamo all'ultima parte del litigo, con un'altra componente fondamentale: la fiducia.
Una cosa che sento incredibilmente forte con la mia fidanzata è la fiducia, che non vacilla mai nemmeno nei momenti di massimo scontro.
Per cui se l'altra persona dice "Mi sento attaccato, sei fuori strada", la prima risposta di default per entrambi è "Fermi tutti. Mi fido e se dice così allora ha ragione".
Soprattutto se non sei tu quello che è stato male, continua ad assicurarti che il focus sia sul problema e non te la prendere se si va fuori focus.
E qui entra la fiducia: entrambi sapete che volete il meglio per l'altra persona, per cui dovete dare il più possibile, sapendo che l'altra persona farà lo stesso.
La parola compromesso è una parola terribile, perché implica che nessuno dei due è contento con la soluzione.
Per arrivare a una soluzione che non sia un compromesso devi solo pensare a quanto vuoi la felicità dell'altro. In tal caso non è un compromesso, è una soluzione che rende il tuo partner più felice—e quindi anche te in teoria.
TI faccio un esempio: io e la mia ragazza stiamo per andare a vivere insieme, e lei ha un cane che oggi vive in casa con lei.
Io ho avuto cani in passato che però stavano fuori, e non vorrei un cane in casa.
Quindi abbiamo un problema.
Però io so che, pur di vivere con lei, dormirei con il cane a letto tutte le notti. E lei, per vivere con me, lascerebbe il cane fuori tutto il giorno.
Sarebbe stato facile per uno dei due approfittarne, ma appunto c'è fiducia che l'altra persona non lo farà.
Siamo arrivati alla soluzione di avere una stanza a casa in cui il cane può entrare.
Per me è molto meglio del "cane a letto tutte le notti" e per lei è molto meglio del "cane fuori tutto il giorno".
L'output, che sembra un compromesso, non lo è più solo ricordandosi quanto si ama l'altra persona.
La prossima volta affrontiamo il post litigio.