Come gestire la sensazione di essere in ritardo

Tag
Life
Happiness
Data
Feb 3, 2023
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Vorrei fare una weekly hack contro i ritardatari cronici, ma purtroppo non è questo il caso.
Questo argomento ha priorità perché non penso di essere l'unico a sentirsi perennemente in ritardo. L'ho sempre vissuto come un problema prevalentemente mio, finché l'altro giorno non mi ha scritto Thomas.
Conosco Thomas da poco più di un anno, è un ragazzo che fa la quinta superiore che ha portato il concetto di miglioramento personale a livelli impensabili.
Legge Dio solo sa quanti libri, va in palestra 6 volte a settimana, ha la media del 9 in una delle scuole superiori più difficili di Torino, fa corsi di inglese la sera per avere il C1 di inglese, collabora con me in Caffè dei Titani etc.
A 18 anni è più forte del 90% delle persone che conosco.
L'altro giorno mi ha detto di aver saltato un giorno in palestra per problemi di salute ed essersi sentito in colpa.
Ovviamente il concetto è ridicolo no? "Come fa uno come lui a sentirsi in colpa", "Io alla sua età giocavo alla play", dirai. E lo dico anche io.
Però non potevo fare a meno di pensare che tutti ci sentiamo così, e che allo stesso tempo siamo tutti i "Thomas" di qualcuno.
Te lo dico: anche io mi sento perennemente in ritardo.
Ci sono persone che alla mia età sono già milionarie.
Ci sono persone che hanno figli e si stanno sposando.
Ci sono persone che sembra abbiano capito tutto, mentre io non so ancora cosa fare nella vita.
Vorrei un fisico incredibile, un business milionario, andare a vivere con la futura madre dei miei figli, ballare perfettamente la salsa etc. ma in nessuna di queste dimensioni mi sento arrivato e soddisfatto. Ed eccola la sensazione di ritardo.
Non ho soluzioni straordinarie a questo problema purtroppo, solo quella che uso io per razionalizzare positivamente questa sensazione.
Il ritardo non è un'entità assoluta, ma relativa. Puoi essere in ritardo solo relativamente a qualcosa o a qualcuno.
Si può essere in ritardo rispetto alla tabella di marcia, ai coetanei, ad un avversario in gara, ma non si può essere in ritardo in senso assoluto.
La nostra sensazione di ritardo è quindi collegata al confronto con qualcuno, ad una gara che stiamo facendo con loro.
Il primo step è definire che gara stiamo facendo.
A me piace la metafora dell'atleta che fa Decathlon. Ognuno di noi è un'atleta di questo tipo, specializzato in 100 diverse discipline: business, famiglia, hobbies, salute, miglioramento personale etc.
Come i decatleti, abbiamo discipline in cui siamo più bravi e meno bravi; il problema è che noi ci confrontiamo con gli specialisti di ogni disciplina.
Il record dei 100m per un decatleta è di 10"12, contro il 9"58 di Usain Bolt.
Se IL MIGLIORE decatleta gareggiasse contro gli specialisti, probabilmente non arriverebbe in semifinale. Ma rimane comunque un atleta "migliore" degli specialisti, nel senso che se Bolt provasse le altre farebbe schifo.
Quando mi sento in ritardo, analizzo chi è la persona verso cui mi sento in ritardo: a volte è qualcuno che guadagna più di me, qualcuno con un fisico migliore o che balla meglio la salsa.
E razionalizzo consciamente il fatto che io sto facendo il confronto solo su una dimensione, anziché guardare tutte le discipline. Solitamente, quando prendi in considerazione l'insieme, vedrai che quella persona non se la passa troppo meglio.
Chi ha un sacco di soldi spesso non ha una situazione familiare spettacolare, chi ha fisico pazzesco magari fa un lavoro che non gli richiede molto sforzo (o usa il Tren).
Questo quadra perfettamente con la metafora: non c'è verso che tu possa avere un fisico da Decatleta e fare 9"58.
Lo stesso vale nella vita: spesso, se vuoi focalizzarti in una dimensione, devi andare a discapito di altre. Il segreto è scegliere le dimensioni su cui vuoi focalizzarti, essendo consci di quali stai trascurando.