Per essere felice, accetta che la vita non abbia significato.
Il nostro cervello si è evoluto come tool di sopravvivenza, non di comprensione.
Tutto quello che fa, i bias che ha, e le zone del cervello che si sono sviluppate servivano a farci sopravvivere 100.000 anni fa.
Per sopravvivere, il cervello ha dovuto sviluppare la capacità di collegare causa ed effetto.
Se una persona mangiava un frutto e stava male, dovevi collegare che il frutto ha causato il problema.
E questo, che a fini di sopravvivenza torna utilissimo, ci porta ad avere dei bias.
Tra i tanti, tendiamo ad assegnare una causa ad un effetto anche quando questa causalità non c'è.
"La squadra ha vinto perché ho messo la maglietta fortunata", "Ogni volta che piove l'esame mi va male".
Siamo cablati per fare queste associazioni.
Questo porta ad assegnare un significato anche a cose casuali, che per definizione non ce l’hanno.
I nostri antenati fecero esattamente la stessa cosa della maglietta fortunata.
Crearono divinità per dare una spiegazione a tutti quei fenomeni che non capivano, come le stelle, i fulmini, la pioggia.
Piano piano però abbiamo spinto in là il confine di ciò che comprendevamo.
Abbiamo capito che non siamo al centro dell'universo.
Siamo su un pezzo di roccia che ruota attorno ad una stella ordinaria, alla periferia di una galassia ordinaria, come altre miliardi di galassie.
Quelle che vediamo come stelle sono semplicemente immagini risalenti a milioni di anni fa di palle di fuoco simili al sole. E molte di queste sono già spente.
Abbiamo capito che le stelle non esistono per noi.
Semplicemente esistono.
Abbiamo sempre pensato di essere speciali, ma nella nostra galassia ci sono 400 miliardi di stelle e nell'universo ci sono 400 miliardi di galassie.
Sono numeri così grandi che per noi non hanno significano.
E se anche oggi inventassimo il modo per viaggiare alla velocità della luce, potremmo accedere solo al 6% dell'universo osservabile.
L'universo si sta espandendo ad una velocità maggiore della velocità della luce, quindi per noi la maggior parte è già irraggiungibile.
Non è finita: tra qualche trilione di anni l'ultima stella brucerà tutto il suo idrogeno, elio e carbonio e l'universo raggiungerà la heat death.
L'entropia avrà raggiunto i livelli massimi, la temperatura dell'universo approccerà gli 0°K e nulla accadrà mai più.
Diventa abbastanza logico ora pensare che tutto questo non può essere fatto per noi.
Perché creare un universo con trilioni e trilioni di stelle, di cui il 94% inaccessibile e comunque destinato a morire?
Come per la maglietta fortunata, siamo noi che abbiamo sempre provato a dare un significato a qualcosa che non ce l'ha.
Come le stelle che non esistono per noi, anche l'universo non esiste per noi.
Semplicemente esiste.
E noi non esistiamo per un motivo più ampio.
Semplicemente esistiamo.
Siamo solo uno scherzo evolutivo che ci ha permesso di sviluppare quella che chiamiamo coscienza.
Ma il fatto che nulla abbia un significato, è liberatorio.
Se l'universo morirà, nessuno si ricorderà mai di te.
Tutti gli sbagli che hai fatto e che farai, saranno dimenticati.
Tutte le umiliazioni che hai subito non conteranno nulla.
Tutti gli obiettivi non raggiunti scompariranno.
Questa è libertà nella sua forma più pura.
Libertà di fare quello che ti pare.
Sei tu ciò che le altre religioni chiamano Dio.
Cosa vuoi fare davvero?
Puoi lanciare tutte le aziende che vuoi, non importa se falliranno.
Puoi stare sul divano a poltrire tutto il giorno, tanto quello che pensano gli altri di te verrà dimenticato.
Puoi sposarti o avere solo avventure di una notte.
Puoi andare in palestra o mangiare pizza tutte le sere.
Tutti i fallimenti e, per quello che conta, i successi verranno dimenticati e non cambieranno nulla.
Esisterai per una finestra di 100 anni su trilioni e trilioni di anni.
Tu sai come si chiama la persona che ha inventato la ruota?
Quindi nulla che tu possa fare ti farà ricordare per sempre.
L’aldilà non esiste, esiste solo l’adesso.
Sei tu a decidere cosa ha senso, sei tu a poter prendere in mano la tua vita e farne quello che vuoi.
Sei tu responsabile della tua felicità.
Non avere paura di fallire.
Non avere paura di sbagliare.
Non avere paura di nulla.
L'unica cosa che conta, sei tu.
Per essere felice, accetta che la vita non abbia significato (e dalle tu significato).