Ebbene sì, anche io procrastino.
Ormai l'avrai capito che non sono perfetto, e che queste riflessioni sono più per me che per te.
Però chi meglio di un procrastinatore può darti consigli su come smettere? Altrimenti sarebbe come ascoltare i consigli per smettere di bere da un astemio.
Per cui ecco i miei go-to:
Fare una to-do list su carta
Il potere dello scrivere su carta è fenomenale.
La gestione del mio day-to-day è tutta in digitale su Notion, però segnare come completati i task sul computer non mi dà la stessa soddisfazione che su carta.
Per cui quando ho dei task che sto procrastinando me li scrivo su carta e, quando li completo, non metto solo una spunta di completato ma li pugnalo con la penna, tiro duecento righe sopra; li cancello brutalmente—con la stessa freddezza dei fratelli piccoli quando cancellavano i nostri salvataggi di Pokémon Smeraldo (ferita ancora aperta).
La soddisfazione di eliminare il task in modo barbaro aiuta a procedere al successivo.
Convinci il tuo cervello che farai solo un piccolo pezzo del lavoro
La procrastinazione spesso è data dall'ansia di dover fare un task troppo complesso.
Scrivere "Devo finire l'intero progetto X" è overwhelming.
In questi casi, prendo in prestito dal mondo startup il concetto di MVP, trasformandolo in MVT (Minimum Viable Task). Qual è il task più stupido e semplice che puoi fare per portare avanti il progetto?
A volte scrivo semplicemente "Crea il titolo della slide del progetto X"—Tempo di esecuzione: 10 secondi.
Poi, una volta seduto a lavorare, viene più facile guadagnare momento e andare avanti con il resto.
Anche se è ideale per i task dei progetti, uso questa tecnica soprattutto per fare cardio e per fare la doccia fredda la mattina; quando finisco gli allenamenti, preferirei performare un harakiri con un coltello di plastica piuttosto che fare cardio (generalmente è mezz'ora di corsa con inclinazione sul tapis roulant), per cui mi dico, seriamente: "Dai Alex, fai solo 5 minuti" e salgo sul tapis roulant convinto di fare 5 minuti.
Poi arrivo a 5 e dico, "Dai va be', facciamo 10", e continuo così fino ad arrivare immancabilmente a mezz'ora.
Idem per le docce fredde: la mattina, girare la manopola della doccia da caldo a freddo è impossibile pensando di doverci stare sotto 1 minuto intero; per cui solita storia: "Alex stamattina fai solo 10 secondi dai, facile facile". E funziona sempre.
Forse sono solo io un pollo facile da ingannare.
Però, come diceva Richard Feynman, "The first principle is that you must not fool yourself, and you are the easiest person to fool."
Tanto vale sfruttarlo a nostro vantaggio.
Mettiti da fare un task ancora meno piacevole
Questo è un trick incredibile. Mi trovo spesso a fare task inutili anziché svolgere quello spinoso.
Poi arriva un task ancora meno piacevole, e mi viene voglia di fare quello che prima stavo procrastinando.
Questa chiaramente non è una soluzione sostenibile nel lungo termine: non puoi continuare a mettere task sempre più noiosi in coda, però nel breve termine ha effetti miracolosi.
Mettiti un reward alla fine del task
Banale.
Trova qualcosa che ti dia un reward. Può essere bere un caffè, stare 5 minuti a guardare i social, passeggiata, quello che vuoi.
Il trick qui è connettere mentalmente il reward con l'aver completato il task; mentre ti stai godendo il reward, pensa attivamente: "Questo è il reward per il task, questo è il reward per il task".
Io mi complimento anche da solo, ad alta voce. Anche solo per aver mandato una mail poco piacevole.
Che dire: funziona.
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Ormai però Weekly Hacks non è più solo una collezione di Hacks, quindi non può mancare la parte più "filosofica".
Esamina la causa della procrastinazione
Spesso la causa della procrastinazione non ha nulla a che fare con il task in sé.
Quest'analisi va fatta in un momento di calma e preferibilmente in forma scritta; io lo faccio la mattina o la sera nel diario.
La tecnica dei "5 Perché" va benissimo, ma puoi usarne una più discorsiva e meno strutturata.
1 - Perché sto procrastinando il task X?
Perché è veramente veramente difficile.
2 - Perché è veramente veramente difficile?
Perché non ho le competenze adatte a farlo.
3 - Perché non ho le competenze adatte a farlo?
Perché non ho voglia di studiare ed informarmi su questa cosa.
4 - Perché non ho voglia di studiare ed informarmi su questa cosa?
Perché questo progetto non mi piace.
5 - Perché questo progetto non mi piace?
Perché mi sta prendendo troppo tempo e non riesco a fare le altre cose che vorrei fare.
Ah, interessante. Ora si possono fare considerazioni di tipo diverso.
Esamina la frequenza della procrastinazione
È importante capire anche la frequenza con cui procrastini.
Anche la persona con il lavoro più bello del mondo deve fare alcuni task che non gli vanno.
Io amo quello che faccio, però ci sono task amministrativi necessari che odio fare, ad esempio pagare le tasse (SCHERZO).
In tal caso, accetti che questi task esistano e basta; il fatto che ti venga da procrastinarli è normale e accettabile.
Ma se ti trovi a procrastinare in tutto quello che fai, soprattutto nei task core del tuo lavoro, c'è un problema a monte: probabilmente quello che fai non ti piace e dovresti cambiare.
In questo caso ci sono due segnali a cui stare attenti:
– Primo: quanto è facile svegliarsi la mattina?
Se è sempre un trauma e rimandi sempre la sveglia 10 volte, è un primo red flag.
Ad esempio, per me era così quando stavo facendo quel progetto che non mi piaceva.
Appena completato il progetto, sono tornato a svegliarmi puntualissimo.
– Secondo: i ritardi.
Osservati quando arrivi in ritardo alle call o manchi le deadline, anche solo di 2/3 minuti, spesso questo è indice che non ci vuoi proprio andare.
Come sempre però, tutto quello che ti succede è colpa tua [Link].
Se scopri che c'è qualcosa che non va nella tua vita, sai benissimo a chi rivolgerti per cambiarlo 😉